L’epoca post pandemica che stiamo vivendo presenta una tendenza unica nella storia: le aziende stanno facendo i conti con la necessità di trattenere i propri talenti per via dell’aumento delle dimissioni volontarie. La tendenza è nuova perché non era mai successo prima, in un periodo di crisi, che aumentassero dimissioni volontarie e diminuissero i licenziamenti. Secondo il Global Talent Trends Report 2022/23 del Mercer, la maggiore azienda mondiale nella consulenza HR, il 43% dei lavoratori dipendenti nel mondo pianifica di modificare la propria posizione lavorativa entro i prossimi 12 mesi.
Non si parla di poche persone: lo studio analizza un fenomeno legato a quasi la metà dei lavoratori di tutto il mondo. I motivi riportati più di frequente per questa tendenza sono il non sentirsi valorizzati abbastanza, la mancanza di un senso di appartenenza all’azienda e, più in generale, avere un mansionario noioso e poco stimolante.
Cosa tiene i dipendenti motivati a rimanere in un’azienda?
La risposta più immediata può sembrare “assegnare compiti più coinvolgenti”, che è sicuramente un ottimo punto di partenza.
Probabilmente lo avrai già notato anche tu: secondo lo studio del Mercer i dipendenti che sentono che i valori dell’azienda in cui lavorano sono allineati con i propri sono quelli meno propensi a modificare la propria posizione lavorativa e rendono fino al 200% in più rispetto agli altri. Lo studio afferma che le aziende di tutto il mondo hanno la necessità di rispecchiare i valori dei lavoratori se vogliono sopravvivere al forte turnover che caratterizza questo momento.
Più volte in questo blog abbiamo sottolineato l’importanza di adottare strategie organizzative che si rifacciano a indicatori oggettivi e misurabili.
Ma com’è possibile misurare un valore?
Ogni azienda porta con sé dei valori – anche inconsciamente. Anche se il tuo sito aziendale non ha una pagina “Values and mission”, ogni attività sopravvive grazie a degli ideali. Ti occupi di informatica? Probabilmente i tuoi valori sono chiarezza, progresso e lungimiranza. Sei un insegnante privato? Probabilmente i tuoi valori sono empatia, ascolto e ambizione. Per individuare i valori della tua azienda e capire come rispecchiarli nelle strategie organizzative, inizia con un brainstorming con i tuoi collaboratori. Quali valori guidano il vostro lavoro? Ad ogni valore che emerge, legate da tre a cinque indicatori che ne rilevano la presenza. Ad esempio, se il valore è “Ecologia”, gli indicatori del valore potrebbero essere “Possibilità di lavorare in smart”, “Raccolta differenziata in ufficio” e “Rimozione della plastica monouso”. Gli indicatori dovrebbero rifarsi a valori misurabili con un “sì/no”, “c’è/ non c’è”, poiché indicatori come “Diminuzione delle stampe” o “Incoraggiamento ad usare il trasporto pubblico nelle campagne marketing” non sono misurabili con valori certi.

Una volta ottenuti dei valori con indicatori annessi, la tua strategia organizzativa verrà da sé: dovrai adottare le misure degli indicatori correlati ai valori e monitorare l’andamento nei mesi. L’ascolto attivo è molto importante in questa fase: potresti fissare delle riunioni trimestrali in cui chiedi aggiornamenti sulla questione, o inviare periodicamente delle surveys da far compilare ai dipendenti.
Esistono dei valori universali che le aziende devono rispecchiare per coinvolgere i dipendenti?
I valori delle giovani generazioni di lavoratori sono ben noti: inclusività, ecologia e benessere lavorativo. Di sicuro non ti stupirà: il grande vantaggio, spesso sottovalutato dalle aziende, è proprio il fatto che non c’è bisogno di surveys o indagini di mercato accurate per rilevare i valori che stanno a cuore ai lavoratori.
Per questo motivo, adottare strategie organizzative volte a inglobare determinati valori sta diventando una priorità per le HR. I valori non si improvvisano: non basta avviare campagne marketing che includano le keywords “green”, “equality”, “#BLM” e “Stay Focused” per incarnare degli ideali che motivino i dipendenti a rimanere nella tua organizzazione. Siamo bombardati ogni giorno da questi slogan e ormai, soprattutto i più giovani, hanno un occhio molto analitico per distinguere le parole vuote dai fatti.
Nel concreto, quali sono le strategie organizzative che fanno trasparire i valori di inclusività, ecologia e benessere?
Mentre il benessere lavorativo viene ricercato da tutte le fasce d’età, l’attenzione all’ecologia e ai temi di inclusività e parità di genere interessa soprattutto ai lavoratori più giovani. Vien da sé che, a seconda dell’età anagrafica media dei dipendenti della tua azienda, potrai decidere su quali valori impostare le strategie organizzative.
Mettere a disposizione le borracce col logo aziendale e l’acqua potabile in ufficio è compito del facility manager, l’HR deve intervenire sulle strategie organizzative.
Oltre al metodo già proposto, potresti pensare di concedere più flessibilità ai tuoi lavoratori con lo smart working. Con lo smart working, i dipendenti possono lavorare quando e dove vogliono e questo modello organizzativo ha il grande vantaggio di ridurre significativamente i livelli di stress. Grazie allo smart working i dipendenti non devono alzarsi all’alba per arrivare in ufficio su mezzi pubblici imballati e maleodoranti, hanno modo di coltivare le loro passioni e di andare in palestra all’orario che preferiscono- senza doversi accontentare dell’ultimo turno di pilates alle 20:00 per via degli orari d’ufficio. Lavorate le loro otto ore, i dipendenti ne avranno altre sedici da dedicare alla propria vita personale. Dipendenti sereni, allenati, che lavorano in tranquillità sono più motivati a rimanere in un’organizzazione e, in più, lavorano decisamente meglio di quelli che mangiano un pasto freddo cucinato la sera prima di fretta in ufficio.
Lo smart è un modello lavorativo green che comporta un risparmio non indifferente sulle emissioni di CO2. Nel 2020, avrai sicuramente visto le immagini della riduzione della nube di smog sulla Pianura Padana nei mesi del lockdown- generata dalla drastica diminuzione del traffico.
Inoltre, lo smart working è un’ottima soluzione per l’accessibilità al lavoro dei dipendenti con disabilità e permette alle dipendenti in gravidanza di lavorare comodamente da casa e di non dover affrontare i mesi delle nausee mattutine in un ufficio condiviso con i colleghi. Vien da sé che aumentare la flessibilità lavorativa con l’implementazione dello smart working è anche in linea con il valore dell’inclusività e della parità di genere.
Lo smart working è sicuramente un’ottima strategia per contrastare il trend delle great resignations, ma il Mercer parla chiaro: il cambiamento deve avvenire nel ruolo dell’HR nel coinvolgimento dei dipendenti. L’HR non deve essere più visto come un capo di una divisione che cammina in modo parallelo all’azienda, ma come un individuo che lavora accanto ai dipendenti per accompagnarli. Come abbiamo visto, l’ascolto attivo è fondamentale nell’adozione di determinati valori in un’organizzazione. Sappiamo che questo è quello che succede in un mondo ideale, ma che nella realtà non è sempre possibile lavorare in questo modo perché l’HR è sommerso dagli impegni dei processi operativi. Ad oggi la tecnologia ci viene incontro: esistono gestionali, come hrtools, che digitalizzano tutti i processi delle risorse umane, in modo da alleggerire l’HR dalle attività operative e macchinose. Se stai pensando di dedicarti ad attività che generino valore aggiunto, valuta l’idea di rivolgerti ad esperti in risorse umane che digitalizzano i processi più impegnativi in un software completamente in cloud. Clicca qui per vedere se abbiamo la soluzione adatta a te!