Lavorare per finta: se ne parla troppo poco?

Di sicuro non è la prima volta che senti nominare il Quiet Quitting, ossia il lavorare il minimo indispensabile. Questo fenomeno è stato uno dei principali oggetti di studio degli psicologi del lavoro negli ultimi due anni, come dimostrano i principali report sulle abitudini lavorative come il Global Talent Trends 2022/2023. Ci sono due fenomeni correlati al Quiet Quitting che sono meno dibattuti, ma non per questo meno diffusi e problematici: il gold bricking e il cyberloafing. Entrambi i fenomeni hanno a che fare con un calo di engagement e, di conseguenza, di produttività. Consegne in ritardo, deadline ignorate, calendari poco aggiornati, ti sembra di riconoscere questi comportamenti in uno o più dei tuoi dipendenti? La causa potrebbe essere proprio in questi due fenomeni legati al lavorare “per finta”. 

Com’è possibile fare finta di lavorare?

Il gold bricking è l’atto di lavorare meno del dovuto pur mantenendo una parvenza di produttività. La parola “Gold Bricking”, in inglese, significa infatti “Ricoprire in oro un mattone” e fa riferimento proprio all’illusione di produttività che questa attività genera. La buona notizia è che, di solito, chi finge di lavorare non passa troppo tempo inosservato: consegne mancate e scadenze non rispettate sono i segnali più palesi di questo comportamento. 

La domanda che sorge spontanea è: com’è possibile fare finta di lavorare? Il fenomeno che spesso viene correlato al gold bricking è il cyberloafing, ossia l’uso della navigazione in internet, e più in generale delle dotazioni di lavoro, per fini personali. E’ facile passare inosservati se si perde tempo al PC in un ufficio pieno di persone che lavorano al computer. 

Il secondo atteggiamento è un po’ più subdolo del primo poiché non sempre si palesa. Nonostante sia possibile perdere tempo al computer e rispettare le consegne allo stesso tempo, il fenomeno del cyberloafing è da tenere sotto controllo perché occupa molto tempo che dovrebbe essere impiegato per attività lavorative.

Usare internet per fini personali per pochi minuti al giorno è del tutto normale: a tutti i dipendenti può capitare di impiegare dieci minuti per essere i primi ad ordinare i biglietti di un concerto che poche ore dopo sarebbero sold out, per giustificare un’assenza dei propri figli sul registro elettronico o per ordinare il pranzo. E’ chiaro che  c’è una grande differenza tra prendere qualche minuto per gestire la propria vita al di fuori dell’ufficio e perdere ore sui social.

Come mai si parla poco di questi fenomeni, nonostante siano diffusi in tutte le organizzazioni?

Se cerchi su Google “Cyberloafing” o “Gold Bricking”, i risultati saranno pochi articoli e quasi tutti in inglese. 

Il primo motivo per cui si parla poco del Cyberloafing è sicuramente il fatto che le nostre vite sono significativamente vincolate ad attività che svolgiamo in rete, per cui controllare l’uso di internet di un dipendente può facilmente sfociare in violazioni della privacy. Non sempre è facile capire dov’è il confine tra normale uso di internet per fini personali e perdite di tempo per l’azienda.

Inoltre, i cali di produttività non sempre sono strettamente legati alla pigrizia e al fare finta di lavorare: un dipendente potrebbe ad esempio incontrare difficoltà che possono essere confuse con la mancanza di voglia. Magari non ha chiaro un aspetto del progetto ma teme di perdere credibilità se chiede chiarimenti, o magari sta affrontando un periodo difficile di cui non sai niente.

In poche parole, si parla poco di questi fenomeni perché è difficile determinare con precisione se un calo di produttività è correlato a uno di questi due fenomeni o ad altre cause esterne. Un errore di valutazione in questo senso comporterebbe una perdita di fiducia sia da parte dei dipendenti verso l’azienda che dei manager verso i dipendenti. Per questo motivo, prima di riconoscere la presenza di uno di questi comportamenti, i consulenti HR contano sempre fino a dieci.

Cosa può fare un manager per arginare il fenomeno?

Per contenere i fenomeni di gold bricking e cyberloafing, i nostri HR expert consigliano di passare più tempo in ufficio in compagnia dei dipendenti. Ciò non dev’essere inteso come un aumento del controllo, che genera solo ansia da parte di chi lavora e non giova alla positività dell’ambiente lavorativo. Spesso a un superiore basta chiedere aggiornamenti in merito all’avanzamento di un progetto per motivare i dipendenti. Mostrarsi cordiali e disponibili per chiarimenti ha anche il vantaggio di aumentare la retention e il legame con l’azienda, che di sicuro giova alla motivazione e, quindi, alla produttività.

Dal punto di vista operativo, i nostri HR expert consigliano di adottare dei sistemi di reportistica dei ticket e delle mansioni quotidiane. Creare un diario di lavoro dove ogni dipendente deve indicare i task svolti e il tempo impiegato è utile sotto diversi punti di vista: non solo spronerà i dipendenti meno motivati a lavorare pur di non lasciare il foglio vuoto, ma sarà anche utile ai manager per calcolare i tempi necessari per ogni mansione e organizzare meglio le giornate lavorative.

Davanti a Cyberloafing e Gold Bricking, la soluzione più immediata può sembrare l’aumento dei controlli. I nostri HR Expert sconsigliano di intensificare i controlli sulle attività extra lavorative, come il blocco dei siti web non strettamente legati alle attività aziendali, poiché il controllo eccessivo lascia trasparire mancanza di fiducia, e la mancanza di fiducia genera insicurezza e paura di sbagliare. Lavorare con sensazioni negative addosso genera errori di distrazione, malumori e stress – tutti effetti negativi che inficiano sulla produttività.


Un altro modo per tenere i dipendenti più motivati è impostare un piano di incentivazione variabile, con premi aziendali per ogni KPI raggiunto. Se c’è la possibilità di ottenere una ricompensa dietro il raggiungimento di obiettivi di produttività, i dipendenti saranno più spronati a lavorare sodo per ottenerla. Se vuoi sapere come impostare un piano di incentivazione variabile in modo ottimale, leggi il nostro articolo a riguardo o consulta i nostri HR expert, che sapranno cogliere le esigenze della tua azienda e impostare un piano di KPI ad hoc in un sistema completamente digitalizzato. Richiedi una demo!

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